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Gli archivi del Piccolo Teatro


Re Lear - 1977-78

autore: William Shakespeare
traduzione: Angelo Dallagiacoma, Luigi Lunari
regia: Giorgio Strehler
scene: Ezio Frigerio
costumi: Ezio Frigerio
musiche: Fiorenzo Carpi
    


Lettera ad Enrico D'Amato

Lettera con indicazioni sullo spettacolo e agli attori riguardo la prima del Re Lear a Parigi

Caro Enrico!
È da questa mattina alle dieci che cerco invano di entrare in contatto con te o con qualcuno del teatro [...]
Non potrò essere questa sera all’inizio dello spettacolo in teatro per dire qualcosa a questa banda di... Volevo anche soprattutto parlare con te. Ieri sera è andata troppo indecentemente perché, senza parlarne noi e senza parlarne con i principali responsabili, si vada in scena.
[...] dobbiamo studiare noi due alcuni provvedimenti necessari.
Oggi, sento che Robertino deve venire per allungare il nastro del coro perché non basta più durante la scena dell’autopsia. Il che significa che le danze pseudogestuali di Carraro con il pomodoro durano all’infinito. È una delle spiegazioni insieme ad altre del fatto che lo spettacolo è durato quasi quindici minuti o venti di più del normale.
Ti ripeto [...] vediamo se e cosa si può fare. Ciò confermato:
1°) Lo spettacolo deve ritornare nei suoi limiti normali. Fai quello che vuoi, falli correre ma questa sera deve essere accorciato e non si deve indulgere a tempi lunghi... fai sì che non si verifichi stassera.
Se correranno tanto peggio o meglio almeno romperanno meno agli spettatori.
2°) Impedisci che urlino indecentemente. Ieri sera l’ho già detto al responsabile il quale mi ha risposto che forse sì, ha urlato, con la massima tranquillità del mondo.
3°) Stai attento alla questione volume musiche. La sala assorbe molto. Ma nelle prime file la musica sembra troppo forte, nel fondo debole. Forse nonostante tutto converrà alzare un poco il volume tempesta...
Per il resto non c’è niente da fare. Lo spettacolo è recitato male, scorrettamente da troppi, ci sono compiacimenti, squilibri di suoni, fatti mimici portati all’estreme conseguenze, non c’è misura, non vera concentrazione, ma un modo di metterla giù dura per “esibirsi” nel proprio numero... ognuno a modo suo. Risparmio Tino che ha però una dizione scorretta e altro.
È uno spettacolo che mi dà un dolore immenso e che mi allontana ancora di più dal teatro.
Ti prego fai quello che puoi al fine che almeno i più vistosi errori questa sera non abbiano luogo, grazie.
Giorgio
 
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